
La svolta culturale che ha portato la fiera ad affiancarsi ai numerosi “game changer” nel panorama italiano ed internazionale sul tema della sostenibilità ha condotto all’organizzazione di un evento che ha lo scopo di supportare chi si occupa di sostenibilità sociale sul territorio albese.
Nata ad aprile 2022, l’osteria sociale Montebellina è gestita dalla cooperativa sociale Progetto Emmaus insieme a “Coj – More than food” e con la collaborazione del circolo Montebellina Insieme.
Il loro obiettivo è quello di maturare forza di rottura di uno schema: la cucina di qualità non è più associata ad esclusivi scopi commerciali o turistici, ma a un movimento di inclusione sociale.
Il cibo diventa strumento per realizzare inserimenti lavorativi, parlare di diritti, lotta allo stigma, superamento dei pregiudizi relativi al mondo della salute mentale o della disabilità.
Nell’ideale di questo luogo collocato nel cuore del quartiere Moretta di Alba c’è l’immagine di un mondo che consenta a tutti pari opportunità. C’è un sogno di ascolto e di restituzione di dignità e opportunità occupazionali a chi altrimenti ne risulterebbe escluso.
C’è anche un gesto “connettivo” verso il territorio e la comunità circostante: tra queste mura la musica, l’arte, la convivialità e il semplice stare insieme vogliono diventare ponti, strumenti di coesione e bellezza, antidoti alla solitudine e all’isolamento per tutte le fasce della cittadinanza.
Per approfondimenti sul loro lavoro è possibile visitare il sito www.progettoemmaus.it
LO CHEF LUIGI TAGLIENTI
Come si racconta lo chef: “Sono ligure, di nascita e di fatto, ma la mia famiglia ha origini variegate che coprono gran parte di questo paese meraviglioso che è l’Italia. Molto presto e romanticamente capii che sarei diventato un cuoco.”
“I grandi chef italiani mi hanno trasmesso l’amore per la materia prima, i grandi chef francesi l’importanza di saperla trasformare e le tecniche di base classiche, i grandi chef spagnoli, nordici e sud americani l’importanza che si può e deve osare tutto in cucina, basta possedere delle idee e delle intuizioni importanti, mettendosi in gioco e definendo un proprio stile, riconoscibile e inimitabile. La mia cucina si basa sull’intuizione, sulla sensibilità e capacità di leggere la materia prima con l’aggiunta dell’utilizzo della tecnica per arrivare a un’idea finale, mai per concepirla. La mia offerta è in grado di rivolgersi a un pubblico trasversale, dalla persona curiosa e desiderosa di imparare e conoscere l’alta cucina, al più esperto critico eno-gastronomico, lavorando su 4 stili di cucina diversissimi seppur estremamente coerenti tra loro. I miei piatti nascono dall’istinto, vengono fuori già immaginati in qualche posto e con una storia da raccontare. È un processo creativo che intreccia tutta la mia storia e tutta la mia passione per questo lavoro. Tradizione, modernità, leggerezza e territorio sono i veri ingredienti della mia cucina. Non immagino solo piatti per essere gustati. Senza correre rischi, il mio lavoro e i miei progetti non potrebbero evolvere e le idee inevitabilmente si deteriorerebbero. Ogni tanto sento che devo osare, per esplorare nuovi sentieri che talvolta mi portano a fare esperienze bellissime o a manifestare quello che le persone riconoscono come nuovo.”