
All’interno del Castello di Roddi, in una delle più belle scuole di cucina italiane, un’esperienza unica e formativa per gli appassionati di gastronomia. Attraverso corsi teorico pratici si imparerà la ricetta di un grande chef in modo pratico e divertente.
All’interno del Castello si trovano 7 postazioni in acciaio moderne e complete di tutti gli attrezzi da cucina.
I partecipanti sono sempre coinvolti in prima persona e avranno la possibilità di degustare ciò che si prepara, accompagnato da un calice di vino e da una lamellata di Tartufo bianco d’Alba. Sempre in omaggio il materiale didattico con la ricetta e il grembiule esclusivo firmato Frette.
A ogni partecipante verrà omaggiato:
- il grembiule da cucina Frette logato Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba
- la ricetta realizzata con lo chef
- il manuale “Tutto sul Tartufo Bianco d’Alba”
Le postazioni sono 7 utilizzabili individuali o doppie.
Il corso è a numero chiuso e prevede una presenza massima di 14 persone.
Le postazioni sono complete di tutte le dotazioni necessarie per lo svolgimento teorico e pratico delle lezioni.
LO CHEF
Antonio Ziantoni, classe 1986, di Vicovaro, nella campagna tra Roma e l’Abruzzo, si forma tra l’istituto alberghiero e ALMA, dove consolida le basi della cucina vera. Ha girato il mondo misurandosi con la ristorazione internazionale e apprendendo la cultura dell’autonomia di pensiero, di scelta, di vita. Nord Africa, Cina e Australia, poi in Francia dal pluristellato Georges Blanc e a Londra da Gordon Ramsay, per tornare in Italia al Pagliaccio di Anthony Genovese. Ogni esperienza ha lasciato qualche
cosa di indelebile: Gordon Ramsay il rigore in cucina, la Francia la grande tecnica classica. Antonio è uno degli esponenti della nuova giovane cucina italiana, con basi culturali ben radicate nel territorio e influenze internazionali. A colpi di espressività unica e sapori riconoscibili, punta tutto su materie prime, senza particolari
vincoli se non la qualità e il gusto, cambiando spesso i piatti in carta. Conserva il gusto classico, che diventa oggi il trampolino per cercare altrove, precisamente in Italia,
precisamente a Roma, il compimento. E Roma non è solo orti e romanità, ma anche tutto quel tanto di cosmopolita che le si muove dentro: l’ingrediente forestiero è romanizzato dalla grande disponibilità di mondi e colori diversi. A Roma si trova tutto da tutto il mondo, e se nella cucina di ZIA compare un ingrediente esotico è perché era disponibile nel banchetto a fianco dei broccoli romani o delle mammole.
Antonio è suo agio con una cucina di sottrazione, che mira all’essenza ottenuta con una ricerca sempre più profonda, tenace e insaziabile, con una connessione tra essenzialità e profondità. Nei piatti tre ingredienti, a volte anche due: non solo di grande qualità ma anche lavorati per esplorarne nell’intimo le sfumature.
Con i tempi giusti, senza forzature, e con il sorriso in faccia che accomuna tutti nella brigata di ZIA, una squadra che vuole raggiungere grandi obiettivi.
Essenzialità profonda, profondità essenziale. Questi i cardini della cucina di ZIA, ristorante in Trastevere.