
Dopo la “Pepita”, gli affettatartufi “Alba” e “Xfetta”, i guanti “Trace” e le spazzole da tartufo “Giacomo”, un nuovo oggetto firmato dal designer milanese va ad arricchire il Kit per il Tartufo Bianco d’Alba.
Il nuovo e imperdibile prodotto che andrà ad arricchire il Kit per il Tartufo Bianco d’Alba è l’alzata progettata dal noto architetto e designer Fabio Novembre con il suo Studio.
Il concept alla base del progetto rimanda a un pensiero tanto semplice quanto potente: la relazione indissolubile tra la Città di Alba e il Tartufo Bianco. L’alzata vuole dunque celebrare questo rapporto prendendo direttamente ispirazione dalla storia della città e, in particolare, dalla pianta del suo centro storico. Il progetto si ispira così alle rovine romane visitabili di Alba Sotterranea, andando a creare un parallelismo con il tartufo – che cresce anch’esso sottoterra – celebrando l’origine del prodotto e la sua provenienza. Il “piatto” ripropone la forma ottagonale della pianta romana di Alba Pompeia. Mentre la base e lo stelo rappresentano l’origine sotterranea del prodotto, tramite una forma organica la cui sezione corrisponde con la pianta del centro storico cittadino, oltre a richiamare anche le forme del tartufo.
“Il progetto si ispira alle rovine romane di Alba Sotterranea andando a creare un parallelismo con il tartufo, che cresce sottoterra, celebrandone sia la storia che l’humus”
Fabio Novembre
L’alzata è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Eta Beta di Bologna, che attraverso il progetto “Servito” mette ingegno, design e professionalità al servizio di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale. Con un’esperienza più che ventennale, Servito esiste grazie all’impegno di fasce sociali cosiddette “svantaggiate” e di persone in situazioni di fragilità e marginalità sociale: la Onlus – fondata e tuttora presieduta dall’artista di origine catalana Joan Crous – recupera e riusa, per le proprie creazioni, materiali lavorati nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale, temi portanti della nuova visione della Fiera.
La Cooperativa si rivolge principalmente a persone in situazioni di fragilità e marginalità sociale.
Convinti che il pluralismo e la diversità siano una risorsa, nel corso degli anni hanno ascoltato e raccolto i bisogni delle persone e degli enti pubblici, insieme hanno esplorato strade alternative per individuare percorsi socio – riabilitativi, di formazione e avviamento al lavoro, oltre che di collocamento all’interno e all’esterno della cooperativa. Accanto ai laboratori artistico – artigianali, da sempre anima dell’Eta Beta, si è gradualmente sviluppata una visione del tutto innovativa d’imprenditorialità sociale: la persona, necessariamente protagonista, è portatrice di una ricchezza di valori dal puto di vista culturale, affettivo ed economico.
Hanno quindi dato centralità al lavoro come strumento essenziale per la dignità della persona; hanno creato attività che rispettassero le specificità personali, pur connotandosi per un più ampio significato.
Si sono così definiti in tre settori: educazione, salute, sostenibilità ambientale.
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